La recensione di Giuseppe Panella

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E’ di questi giorni la lunga recensione di Giuseppe Panella pubblicata dai siti:

Recensione de IL PUNTO a cura di Andrea Borghi del 19 novembre 2010

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SCARICA IL PDF: RECENSIONE IL PUNTO DEL 19 NOVEMBRE 2010

Breve recensione apparsa su IL CORRIERE ADRIATICO

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Senigallia Leggere il libro e parlarne direttamente con l’autore è per chi ama la lettura il massimo dei piaceri. “Iobook“, la libreria senigalliese di via Fratelli Bandiera lo sa e lo sa bene. Ragione per cui ha programmato un’avvincente e molto convincente stagione d’incontri. In realtà il primo si è già svolto giovedì scorso con lo scrittore esordiente Gabriele Prinelli , autore del libro poco noir molto giallo “la Mano dell’organista-Melegnano 1817” – Fratelli Frilli Editori – che, stuzzicato con garbo ed intelligenza dal critico Gian Paolo Grattarola, ha svelato quanto i suoi personaggi siano in parte frutto della sua immaginazione ma anche ritagli dei propri ricordi e soprattutto quanto la sua scrittura ricca ma semplice, moderna con però azzeccati tocchi dialettali, deve tanto al suo schietto amore per la sua Lombardia.

La recensione di MILANONERA

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Milanonera, una rivista specializzata nel mondo noir ha recensito LA MANO DELL’ORGANISTA.

Per leggere la recensione clicca qui sotto:

http://www.milanonera.com/?p=5924

La recensione de I GIOVEDI’ DEL GIALLO di Giuseppe Previti

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Romanzo d’esordio per un autore lombardo, Gabriele Prinelli, ambientato appunto in Lombardia, siamo
a Melegnano, anno 1817 in pieno periodo post-napoleonico.
Gaspare, manovale dei famosi costruttori dì organi Serassi, inviato nella cittadina per riparare un
organo,trova delle ossa di una mano nelle canne di un organo, cinque ndita in altrettante canne
dell’organo. Appurato che si tratta quindi di resti umani, la domanda consequen te che si fa Gaspa-
re è ” Di chi sono quelle ossa?”.
Vari personaggi si muovono attorno al nostro personagio, da Tano, il locandiere siciliano che, benchè da
vari anni al Nord parla solo il siculo a Malalingua, il suo….traduttore ufficiale., e poi Angiul il sacrista, la
sua bellissima figliola Cecilia, innamorata di Gaspare, Enrico, detto il Marchese, di professione carceriere.
Sullo sfondo la città tutta, l’ubertosa campagna lombarda, coro non sempre muto all’indagine che
Gaspare conduce per scioglere il dilemma.
Un romanzo che si legge volentieri per una grande capacità espressiva, con un linguaggio che alterna
il dialetto locale a quello meridionale di Tano
Gabriele Prinelli ci presenta un gruppo di uomini e donne normali, non famosi, gente di tutti i giorni e
ne segue le varie gesta. La loro storia ad un certo punton sconfina nel giallo, o- per meglio dire- è
permeata da un tocco di giallo, che serve semplicemente per raccontare con un tono umoristico ,ma
quanto mai accattivante, una storia di gente qualunque alle prese con un avvenimento insolito.
Dal ritrovamento delle cinque ossa che dapprima Gaspare pensa appartengano a un piccione intro-
dottosi nell’rgano, salvo poi ricredersi durante un succulento pasto a base appunto di piccione,
consumato alla famosa locanda Le Tre T, dove eccelle come cuocoi il proprietario Tano le Turc, si suc-
cerderranno poi altri fatti. Questi co intrudurranno nella vita di tutti i giorni del paese, con malintesi,
pettegolezzi, scenate di gelosia, con parole e sorrisi in libertà, sino alla soluzione del dilemma.
L’autore tratteggia con mano lieve i vari personaggi che si muovono quasi sospesi tra curiosi
accadimenti reali e racconti fantastici della tradizione, ma sempre mitigati dalla saggezza popolaqre.
Un romanzo storico-picaresco in cui l’ironia e il tratto da favola finiscono con il prevalere sui toni
più cupi del noir, divertendo il lettore in un riuscito m iscuglio tra il racconto di una tranche de vie,
la suspense tipica del giallo e un gusto di scrittura retrò, abbastanza raro al giorno di oggi.
Un romanzo di non facile etichettatura, pur se inserito nella prestigiosa collana di gialli delle
edizioni Frilli, diciamo allora per la leggerezza e la sinuosità del linguaggio, un “giallo-musical-
storico”!
Seguiamo allora questo Gabriele Prinelli, bibliotecario, appassionato di storia locale, musicofilo,
dirige un coro, lavora l’orto, molto appassionato di internet, ma principalmente molto innamorato
della scrittura, e capace quindi in pochi mesi di crearsi una struttura di contatti in rete o in presenta-
zioni pubbliche che hanno fatto conoscere e apprezzare questa sua opera.
E anche questo è una circostanza si cui meditare.

GIUSEPPE PREVITI